Papà ieri e oggi
I genitori costituiscono i due punti di riferimento del bambino, il suo intero mondo.
Siamo tutti consapevoli dell’importanza della mamma e il suo ruolo nella relazione con il bambino… possiamo dire altrettanto del ruolo del papà?
Nel corso dei secoli l’essere padre ha assunto connotazioni e significativi diversi, influenzati dall’intreccio tra natura e cultura.
Fino agli inizi del Novecento il modello familiare è stato ampiamente influenzato dalla figura del padre-padrone, il capofamiglia autoritario che aveva nelle proprie mani il potere assoluto. Oltre a provvedere alla soddisfazione dei bisogni della famiglia il padre aveva un ruolo di primaria importanza nell’educazione dei figli: si poneva come figura ideale, dotata di autorità e autorevolezza. Il suo compito era quello di favorire l’acquisizione del senso morale e traghettare i figli dall’infanzia all’età adulta, talvolta anche con la forza bruta.
Il ruolo del padre venne successivamente messo in discussione dalle rivoluzioni borghesi che si opposero ad ogni tipo di autoritarismo. Dal padre presente con l’autorità si è gradualmente passati al papà assente. A partire dall’industrializzazione anche le mamme furono coinvolte nell’educazione dei figli, complice i mutati ritmi di lavoro che portarono i padri lontano da casa e li obbligarono ad occupare dei ruoli subordinati e non più dominanti. Al contempo anche le madri iniziarono a lavorare e così venne meno il ruolo del padre quale esclusiva fonte di guadagno della famiglia.
Fonte: Huffington Post
Le due guerre mondiali confermarono la dilagante assenza della figura paterna: chi partiva per combattere spesso non tornava e se lo faceva era ferito e umiliato. Il singolo era considerato un piccolo ingranaggio della macchina della guerra e le famiglie impararono per necessità a riorganizzarsi senza la figura paterna.
Il dopoguerra fu caratterizzato dall’aumento dell’occupazione femminile e le donne dimostrarono di poter provvedere economicamente ed emotivamente ai bisogni della famiglia. Vi fu così un graduale disinvestimento parentale da parte dei padri. In alcune situazioni dove la mamma era poco presente il papà ha provato a investire i panni del “mammo” ma per necessità, quasi a voler compensare la diminuita presenza materna.
Fonte: GIACINTO Onlus
Ma quale è la situazione oggi? Che tipo di padri abbiamo nella società attuale?
Sembrerebbe emergere una figura paterna più partecipe, informata e coinvolta nella cura della propria prole. Ciò avviene soprattutto in situazioni in cui il legame tra i coniugi è consolidato, fatto di reciprocità e complicità. Il padre si pone così come sostegno alla relazione madre-bambino utilizzando le proprie risorse e le proprie caratteristiche, nel legame col piccolo, con la moglie e il sistema familiare.
In un contesto di questo tipo la figura paterna può declinarsi in diversi modi:
- può essere la seconda figura di riferimento del bambino che pone al primo posto la mamma. In questo caso la presenza paterna aiuta a rafforzare il senso di sicurezza sperimentato nel legame con la mamma e a proteggere quanto si sta costruendo come famiglia;
- può influenzare positivamente sia il legame di coppia che quello col bambino. Un padre coinvolto spontaneamente col proprio figlio ha spesso anche un buon legame di coppia basato su una profonda comunicazione (Cowan e Cowan 1988). In maniera circolare avere una buona relazione di coppia. fatta di sostegno, comprensione e reciprocità, predispone delle buone condizioni per un rapporto madre-figlio coinvolgente;
- può essere la principale figura di attaccamento ovvero un genitore che dà conforto, ascolta ed è fisicamente affettuoso. Ciò accade soprattutto quando la figura materna è assente perchè malata, presa dal proprio lavoro, ha problemi di dipendenza e situazioni varie che non le permettono di prendersi cura dei propri figli.
Fonte Pixabay
Abbiamo visto insieme come è cambiato l’ essere padre dai secoli scorsi ad oggi e quali sono le tendenze generali attuali. Siamo passati dal padre-padrone al padre assente per arrivare al padre presente e coinvolto. Parliamo di tendenze generali ma il proprio modo di essere padre è strettamente correlato alle proprie caratteristiche personali e alla propria storia familiare. Si è amorevoli e devoti se le nostre figure di riferimento ci hanno fatto fare esperienze emotive di questo tipo, se ci siamo sentiti amati, accuditi e accolti nei nostri bisogni. Non tutti hanno avuto questo tipo di esperienze ma ciò non significa che non si possa lavorare su quegli aspetti poco chiari che ostacolano il bellissimo viaggio della genitorialità. Ho notato che molti servizi sono GIUSTAMENTE dedicati alle mamme, ai loro bisogni e alle difficoltà che si possono incontrare nella maternità. E i papà? Ho pensato di dedicare uno spazio specifico a tutti quei papà che stanno vivendo un momento di empasse e vogliono superarlo. Perchè essere papà significa anche prendersi cura di se stessi e dei rapporti coi propri cari.
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Per approfondimenti:
Attili G., L’amore imperfetto. Perché i genitori non sono sempre come li vorremmo. Il Mulino, Bologna (2012).